Mazzata dal Fisco: in questi 3 modi ti scopre e ti invia sanzioni da panico, pioggia di nuove lettere

Il Fisco ha a disposizione un “tridente” per scovare chi evade le tasse. E per chi sgarra ci sono sanzioni da paura.

Cosa c’è da sapere sulle 3 “armi” usate per i controlli fiscali nella lotta senza quartiere contro l’evasione.

3 modi del Fisco per scovare gli evasori
Il Fisco ha 3 strumenti principali per beccare chi evade le tasse – DubaiBlog.it

Si parla spesso di evasione fiscale. Ma quand’è che diventiamo evasori? Semplicemente quando dichiariamo al Fisco un reddito inferiore a quello che abbiamo incassato, per esempio. Oppure quando lavoriamo in nero, senza avere un regolare contratto.

Ma evadiamo anche se non paghiamo l’Iva non emettendo lo scontrino o la fattura. Per non parlare dell’evasione di altre tasse come l’Imu, l’Irpef sul canone di locazione, l’imposta di registro e tante altre evasioni piccole o grandi.

Il Fisco naturalmente non resta a guardare e fa i suoi controlli. In particolare ci sono 3 modi con cui può scoprire chi non paga quanto dovuto. C’è anche da dire che l’evasione fiscale non è sempre reato. Si finisce nel penale, ad esempio, quando non dichiariamo i nostri redditi e l’evasione totale accertata è pari almeno a 50 mila euro all’anno. In sintesi si può dire che sotto determinati importi scatta l’illecito amministrativo, che prevede comunque sanzioni pecuniarie piuttosto salate.

Il “tridente” del Fisco per scovare gli evasori

Ma chi è che controlla? Naturalmente non bisogna pensare a funzionari in carne e ossa impegnati a controllare con la lente d’ingrandimento tutti i pagamenti mancati da parte dei contribuenti.

Tridente antievasione del Fisco
Vita dura per i furbetti che evadono le tasse – DubaiBlog.it

Per i suoi controlli il Fisco si serve di software capaci di verificare in automatico le possibili condotte illecite, anche usando le informazioni dell’anagrafe tributaria. Ecco quali sono i 3 strumenti usati dal Fisco in chiave antievasione.

  • Redditometro. È un software che riesce a comparare le spese sostenute dal contribuente nel corso di un periodo di imposta provvedendo al confronto con i redditi dichiarati. Nel caso in cui le uscite dovessero superare di oltre il 20% le entrate, parte l’accertamento fiscale. In particolare se gli acquisti riguardano beni di lusso come immobili, auto, imbarcazioni.
  • Risparmiometro. In questo caso parliamo di un algoritmo innovativo, sviluppato dall’Agenzia delle Entrate. Il Risparmiometro verifica la corrispondenza tra i nostri risparmi e il reddito dichiarato. Funziona in maniera simile al Redditometro. La differenza è che il Risparmiometro non calcola le spese effettuate, bensì va a verificare la quantità di soldi risparmiati sul conto corrente. Se per esempio un contribuente in un anno non preleva mai al bancomat fa sospettare che usufruisca di entrate che non ha dichiarato.
  • Anagrafe dei Conti Correnti (o Registro dei Rapporti Finanziari). L’ultima “arma” del Fisco consiste in un gigantesco database attraverso il quale può controllare tutti i contratti in essere tra cittadini e banche. Si tratta sostanzialmente di un super archivio che si basa sulle informazioni fornite al Fisco dagli stessi istituti di credito e aggiornate ogni anno. Nell’Anagrafe dei conti correnti finiscono appunto i correnti, ma anche finanziamenti e cassette di sicurezza. In questo modo l’Agenzia delle Entrate è al corrente di quello che fa un contribuente coi suoi soldi.
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